Boeri: Avanti con la Flessibilità in Uscita
“I giovani stiano tranquilli: la pensione ce l’avranno. L’importante è che aumenti la loro consapevolezza fin da subito, fin da prima che entrino nel mondo del lavoro e quindi fin da prima che inizino a versare contributi. Deve aumentare la consapevolezza finanziaria, il senso di responsabilità: siamo entrati in un sistema pensionistico contributivo e di conseguenza contano tantissimo i contributi che vengono versati nei primi anni della carriera lavorativa”. Così Tito Boeri, professore alla Bocconi e presidente dell’Inps ospite d’onore ieri nella sede piacentina dell’Università Cattolica di Milano.
Giovani
“I giovani vanno responsabilizzati su questi aspetti – dice – perché spesso tendono a disinteressarsene. Ecco perché bisogna trovare dei modi per coinvolgerli maggiormente e spingerli verso una pianificazione finanziaria a lungo periodo. In Italia abbiamo un basso livello di consapevolezza finanziaria e questo è un problema anche per quanto riguarda la tutela del risparmio”.
Flessibilità in uscita
“E’ possibile uscire in modo flessibile dal lavoro? Penso di sì che ci siano, date le caratteristiche del nostro sistema pensionistico, le possibilità di garantire una certa flessibilità in uscita, che significa che si può uscire prima con pensioni più basse che si percepiranno più a lungo, l’unico problema è che nell’immediato questo aumenta il disavanzo pubblico, e quindi viene un po’ a cozzare con le regole europee, io credo che la battaglia da fare in Europa è quella di capire che quello che conta davvero è il debito di lungo periodo e quindi anche il debito pensionistico implicito inserir questo nelle regole, e a quel punto valorizzare operazioni come questa, cambiando queste regole sarebbe possibile la flessibilità in uscita”.
Pensioni di reversibilità
“Io non ho visto – sottolinea Boeri – nessun progetto del governo per rivedere le pensioni di reversibilità, c’è un disegno di legge delega sulla povertà, che prevede una razionalizzazione degli strumenti di assistenza che vengono previsti e in questo quadro si tende a utilizzare l’Isee, spesso chiamato redditometro, che offre delle misure a mio avviso più accurate di quelle che oggi sono nella legislazione delle disponibilità economiche e del disagio economico delle famiglie. Io penso che sia giusto uniformare tutti i trattamenti a questo nuovo strumento che è stato inserito con grande lavoro e che adesso sta funzionando bene. Non sono cose che riguardano direttamente l’Inps non credo che ci siano allo studio riforme sulla reversibilità”.
Conti Inps
“Abbiamo fatto grandissimi passi in avanti nel contrasto all’evasione, abbiamo dei risultati molti buoni perché sono aumentati i contributi del 3% a fronte dell’andamento dell’economia nel 2015 che è stato sicuramente inferiore perché sappiamo che la crescita probabilmente nel 2015 si attesterà intorno all’0,7% quindi abbiamo recuperato molto di più, c’è ancora tanto altro da fare, i conti dell’Inps non sono un problema in quanto tale, credo bisogna davvero spiegare a tutti che non c’è da nutrire preoccupazione, anche se l’Inps ha dei disavanzi perché le prestazioni che l’Inps eroga sono stabilite dalle leggi dello Stato che stabiliscono diritti soggettivi per cui le persone possono avere da temere nel caso in cui dovesse fallire lo stato italiano, cosa che mi sembra abbastanza improbabile, e quindi a fronte dei quali c’è l’impegno dello Stato a garantire le prestazioni.”