Anp-Cia: 100mila firme per aumento degli assegni minimi
”La raccolta delle firme è partita nel maggio scorso su tutto il territorio nazionale, con l’obiettivo di sensibilizzare opinione pubblica, istituzioni e partiti, e sono state raccolte già oltre 100 mila adesioni per chiedere all’esecutivo: l’aumento delle pensioni minime; l’estensione del bonus di 80 euro ai pensionati al di sotto dei mille euro mensili (oltre l’80% dei pensionati iscritti all’Anp ha una pensione che oscilla da un minimo di 502 a 1.000 euro mensili); l’ampliamento delle aree esenti da tasse; una sanità pubblica più efficiente con la medicina integrata, anche per chi vive nelle zone rurali; interventi per la non-autosufficienza”.
“Un’iniziativa nata per richiamare le istituzioni e le forze politiche su un tema centrale per la sostenibilità del tessuto sociale del Paese. Per questo si è ritenuto di non scendere in piazza, ma di aprire un confronto costruttivo sulla situazione precaria nella quale tanti pensionati oggi sono costretti a vivere (agricoltori, ex mezzadri, ex contadini, ex coloni, braccianti). Donne e uomini che, dopo una vita di lavoro nei campi, percepiscono una pensione che si aggira intorno ai 500 euro, in molti casi una pensione integrata al minimo“.
Dal canto suo, la vicepresidente della Camera ha sostenuto la legittimità delle istanze contenute nella petizione di Anp-Cia, valutando ragionevole la proposta di aumentare di 80 euro le pensioni minime: “Dobbiamo selezionare le priorità per affrontare, una per volta, le problematiche più urgenti del Paese. La questione dei pensionati indigenti, oltre a quelli svantaggiati che vivono nelle aree interne e rurali dell’Italia, ha la dignità di essere considerata un tema da mettere in evidenza nell’agenda politica del Governo“.