Boeri: INPS al sicuro ma si lavorerà sino a 70 anni per un assegno del 25% più leggero
“Abbiamo fatto – ha spiegato Boeri riferendosi al bilancio preventivo 2016 – un accantonamento più importante al fondo svalutazione crediti. Prima si facevano accantonamenti più bassi per poi aumentarli a consuntivo. Ora li abbiamo fatti superiori e per questo c’è stato un deterioramento del disavanzo. Abbiamo fatto un’operazione di trasparenza”.
“La fusione con Inpdap ed Enpals è stata fatta solo sulla carta, a freddo, le posizioni dirigenziali sono state sommate, 25 dirigenti Inps e 23 Inpdap, totale 48. Le procedure non sono state armonizzate. La fusione la stiamo facendo ora anche per essere più efficaci”.
Ma “anche se l’Inps fallisse, e non sta avvenendo, i cittadini continueranno ad avere le loro prestazioni e le loro pensioni”.
“L’Inps sta subendo una vera e propria emorragia di personale con disagi rilevanti per gli utenti. Chiediamo misure urgenti, stiamo perdendo 100 persone al mese. Abbiamo chiesto flessibilità gestionale nella Legge di stabilità anche per procedere a nuove assunzioni e siamo certi che con questa flessibilità potremmo fare risparmi anche più significativi di quelli richiesti” ha detto ancora il presidente Inps criticando il blocco del turn over che “riduce la qualità delle istituzioni e le indebolisce” e “i tagli lineari che incidono inevitabilmente sui servizi. Le sedi territoriali fanno fatica a reggere alla domanda crescente dovuta anche alla crisi”.
“In Italia il blocco del turn over continua da 15 anni impoverendo le istituzioni, nel contempo le tasse rimangono alte e nell’opinione pubblica si conferma l’idea di una pubblica amministrazione che è un corpo estraneo che estorce pagamenti come una sanguisuga”, ha aggiunto Boeri, sottolineando che “questo circolo vizioso è evidente nel Paese e l’Inps è l’istituto che ne ha fatto le maggiori spese”.
“Il nostro personale è diminuito del 10% in tre anni e alcune sedi, come Roma EUR, hanno subito cali del 15% nel giro di un anno con conseguenze per i servizi ai cittadini. In queste sedi i tempi medi di attesa sono peggiorati del 20-30% e con il personale attualmente a disposizione sarebbero necessarie ventiquattro ore di lavoro al giorno per impedire l’accumularsi di giacenze”.
”Si lavorerà più a lungo – ha detto Boeri – anche in rapporto alla speranza di vita. Le pensioni saranno del 25% più basse di quelle di oggi tenendo conto degli anni di percezione” e ci saranno, a fronte di una crescita del Pil all’1% e di possibili interruzioni di carriera, ”problemi di adeguatezza” dell’importo. Con il sistema contributivo inoltre, se non si metterà in campo uno strumento di sostegno contro la povertà come il reddito minimo, ci saranno ”problemi per chi perderà il lavoro sotto i 70 anni”.
Infine Boeri mostra la necessità di “ridurre il potere di cui dispongo da presidente dell’Inps. Abbiamo bisogno di un Cda, di una accountability di natura diversa, sarebbe necessario avere una riforma della governance” ha concluso il presidente dell’Inps.