Pensioni: Negli ultimi due anni la Pressione Fiscale è aumentata del 18,5%
“Nello specifico – spiega il segretario confederale Uil, Guglielmo Loy – per l’Imu/Tasi per gli immobili diversi dalla prima casa nel 2015, il gettito è stato di 19,8 miliardi di euro; per la Tasi sulla prima casa il gettito è stato di 3,7 miliardi di euro; per le addizionali regionali Irpef di 12,8 miliardi di euro; per l’Irpef comunale sono stati incassati 4,5 miliardi di euro; per la tassa rifiuti 8,2 miliardi di euro.
Per il 2016 – spiega ancora Loy – ci saranno alcuni benefici dovuti, soprattutto, all’eliminazione delle tasse sulla prima casa, ma il blocco degli aumenti delle tasse regionali e locali decisi con l’ultima Legge di Stabilità non autorizza a ‘stare sereni’ perché dal blocco sono esclusi gli aumenti della TARI e delle tariffe locali (asili nido, mense scolastiche, rette di ricovero, ecc.) e in secondo luogo perché le Regioni, alle prese con i piani di rientro più o meno intensi, dai deficit sanitari (Sicilia,Abruzzo, Campania, Molise, Lazio, Piemonte, Puglia) potrebbero rivedere al rialzo le aliquote dell‘IRPEF regionale.
In definitiva se tra il 2013 e il 2015 a livello nazionale per 10 milioni di contribuenti la pressione fiscale è diminuita grazie agli 80 euro, la stessa cosa non si può dire degli altri 30 milioni di contribuenti, tra cui 10 milioni di lavoratori dipendenti e 15 milioni di pensionati. Infatti – conclude – per quest’ultimi, la pressione fiscale dovuta agli aumenti del fisco locale è aumentata del 18,5% erodendo ulteriormente buste paga e cedolini di pensione”.
Loi riconosce che per il 2016 ci saranno alcuni benefici dovuti, soprattutto, all’eliminazione delle tasse sulla prima casa, “ma il blocco degli aumenti delle tasse regionali e locali decisi con l’ultima Legge di Stabilità non autorizza a stare sereni perché dal blocco sono esclusi gli aumenti della Tari e delle tariffe locali (asili nido, mense scolastiche, rette di ricovero, ecc.) e in secondo luogo perché le Regioni, alle prese con i piani di rientro più o meno intensi, dai deficit sanitari (Sicilia, Abruzzo, Campania, Molise, Lazio, Piemonte, Puglia) potrebbero rivedere al rialzo le aliquote dell’Irpef regionale”.
Dunque per “dare una scossa” alla nostra economia, come sottolinea Loy “l’unica via è quella di ridare un po’ di fiato ai salari e alle pensioni attraverso un abbassamento delle tasse già nel 2016. Se il governo Renzi seguisse questa strada troverà nella UIL un alleato pronto a scendere in prima linea anche nei confronti dell’Europa per reclamare più flessibilità”.