Ultimatum dei Sindacati “Flessibilità o mobilitazione continua”

“Il Governo non ha inteso finora aprire un confronto sul tema pensioni – affermano i leader dei tre Sindacati – nonostante con due risoluzioni il Parlamento lo scorso anno ha chiesto formalmente all’esecutivo di rivedere la Legge Fornero. Non sono bastate neanche le recenti prese di posizione del Presidente dell’Inps, Tito Boeri, che seppur non del tutto condivisibili, spingono verso l’introduzione di maggiore flessibilità in uscita. Non è più rinviabile una discussione di merito sulla flessibilità in uscita e sull’insieme dei problemi aperti (il completamento delle salvaguardie degli esodati,  le ricongiunzioni onerose, le questioni dei lavori precoci, di quelli usuranti, delle donne, la quota 96 della scuola, i requisiti per i macchinisti) e, soprattutto, delle future pensioni dei giovani”.

“Dobbiamo continuare la mobilitazione – dice Susanna Camusso – perché si cambi la legge Fornero. Perché il lavoro sono le persone che lavorano e bisogna rispettarle. Inoltre se è vero che il governo ha smentito più volte l’intenzione di mettere le mani sulle reversibilità, lo è altrettanto il fatto che nel ddl delega sulla povertà approdato in commissione Lavoro a Montecitorio c’è la possibilità di rivedere le pensioni erogate agli eredi alla morte del pensionato o del lavoratore che abbia maturato i requisiti per l’assegno. I margini per una seria modifica ci sono tutti, ma serve innanzitutto la volontà politica. Una cosa è certa: se non ci saranno riscontri positivi, non staremo certo fermi a guardare”.

“Non ci fermeremo fino a quando – ha aggiunto da canto suo il leader della Uil Carmelo Barbagallo – non si siederanno a un tavolo a trattare con noi per la flessibilità in uscita”.

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“Siamo i maggiori azionisti del sistema fiscale – ha ricordato invece il segretario generale della Cisl Annamaria Furlan – così come siamo i maggiori azionisti dell’Inps. La legge Fornero è la peggiore legge previdenziale d’Europa”.

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