80 euro non bastano, serve una riforma fiscale estesa più flessibilità in uscita

“Il bonus di 80 euro da estendere alle pensione minime di cui ha parlato il Premier Renzi, per la verità, è una proposta della Cisl ma riguarda una platea di pensionati ben più ampia”. Così la Segretaria Generale della Cisl, Annamaria Furlan.

“La Cisl ha sempre sostenuto l’utilità di allargare il bonus, attualmente riservato ai lavoratori dipendenti con reddito fino a 26.000 euro, anche ai pensionati, per migliorare la capacità di spesa ed alleviare il disagio economico delle famiglie con redditi medio – bassi. Pur considerando, dunque, condivisibile l’obiettivo di questa proposta, ci auguriamo che le parole del Premier non siamo sempre e solo annunci. Riteniamo inoltre opportuno lavorare ad un intervento di carattere più generale e strutturale per evitare che l’eccessiva segmentazione delle agevolazioni fiscali produca iniquità fra chi può beneficiare del bonus e chi ne resterebbe escluso.

Il Governo sembra aver compreso che la riduzione della pressione fiscale, a cominciare dai redditi medio – bassi, rappresenta la via maestra per rilanciare la domanda interna, come condizione per consolidare la crescita del Paese. Per questo chiediamo che l’Esecutivo rompa gli indugi ed avvii con le parti sociali un confronto a tutto campo per anticipare la revisione delle aliquote Irpef e realizzare una riforma fiscale strutturale in grado di intercettare l’enorme capacità economica oggi evasa, ridistribuendola prioritariamente a beneficio del mondo del lavoro e dei pensionati.

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E poi aspettiamo di vedere se nel Def si affronterà il tema della riforma delle pensioni oppure no. Dopo le manifestazioni sindacali del 2 aprile così riuscite e numerose in tutte le piazza italiane, il Governo apra subito un confronto con il sindacato per discutere di come controriformare la legge Fornero: non abbiamo più bisogno di parole ma attendiamo fatti concreti”.

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