Damiano: No a penalizzazioni su requisiti anzianità donne

“Sulle pensioni qualcosa si sta muovendo, anche se a piccoli passi e non sempre in modo lineare”. Così Cesare Damiano, presidente della Commissione Lavoro della Camera.

“L’attuazione del part time in uscita – spiega – e un numero sempre piu’ largo di esponenti del Governo che dichiarano che adesso dobbiamo realizzare la flessibilita’ delle pensioni, ci fanno ben sperare. Non vorremmo pero’ che si dimenticassero alcuni passaggi preliminari: il primo e’ dare piena attuazione alle regole che consentono ai nati nel 1952 che abbiano maturato i requisiti delle quote ante-Fornero entro il 31 dicembre del 2012, di poter andare in pensione anticipata a 64 anni. Si tratta di correggere una circolare restrittiva dell’Inpsche pretenderebbe che questi lavoratori fossero al lavoro al 28 dicembre del 2011: uno schiaffo ai piu’ deboli, a chi e’ rimasto disoccupato a quella data.

Il secondo punto riguarda le pensioni di anzianita’ delle donne: non vorremmo che, a seguito di una procedura di infrazione dell’Europa, che pretende di nuovo di allineare l’eta’ pensionabile di uomini e donne, si innalzasse di un anno il requisito attualmente richiesto alle lavoratrici di 41 anni e 10 mesi di contributi a quello degli uomini che e’ di 42 anni e 10 mesi.

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Sarebbe inaccettabile e incomprensibile: vorrebbe dire penalizzare nuovamente le donne alle quali, a differenza di quel che accade nel resto dell’Europa, non viene riconosciuto il lavoro di cura a fini pensionistici. Mentre si parla di anticipo flessibile per tutti, non si puo’ allungare di un anno il momento della pensione delle donne: si faccia il contrario e si abbassi quella degli uomini per ottenere la parita’”, conclude.

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