Sindacati: ‘Contentino’ Part Time non si scambia con la Flessibilità

Lamonica (Cgil): Il decreto ha poco a che vedere con l’occupazione giovanile e con la flessibilità

“Correggerlo subito, per evitare disparità di genere. Il governo verifichi se il decreto su part-time agevolato verso la pensione può essere corretto per cancellare la disparità di genere che in esso è contenuta. Purtroppo avrà poco a che vedere sia con l’occupazione giovanile, che col tema della flessibilità in uscita che rimane tutto da affrontare”.

Furlan (Cisl): Le risorse per la flessibilità si prendano dai risparmi della Fornero

“Quella dell’orario ridotto è una misura in sé positiva, perché consente al lavoratore di ridurre il suo orario, senza rimetterci in previdenza futura. Ma che non c’entra nulla con la flessibilità in uscita. Per questo torneremo alla carica con il governo: nel Paese c’è bisogno di ridiscutere la riforma Fornero sulle pensioni, giacché il part-time incentivato così come formulato, non sarà di facile utilizzo e successo. Non ho la sfera di cristallo ma lo vedo complicato in un Paese fatto di piccole e medie imprese. Tra l’altro, trovo limitante che ne possano usufruire solo una parte dei lavoratori e solo le aziende più attrezzate, in grado di portare avanti e concludere un accordo individuale con il lavoratore. E infine la misura non favorisce l’assunzione di giovani, aspetto per noi fondamentale. Se per ogni lavoratore in part-time si favorisse l’ingresso di un ragazzo, sarebbe una grande opportunità. Ma di tutto questo non c’è nulla”.

“La riforma Fornero garantisce 80 miliardi di risparmi fino al 2020: le risorse si prendano da lì. O dal contrasto a evasione e corruzione. La legge Fornero non regge, va cambiata. Anche perché la flessibilità serve pure alle imprese. Anziché spot continui, il governo ci convochi. Siamo pronti a discuterne”.

Proietti (Uil): Serve un “buon turn over” per gli anziani e per i giovani

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“Il vero problema da affrontare è la flessibilità agli anziani e la stabilità ai giovani. Occorre che il governo vari subito  un provvedimento, che preveda l’uscita a 62 anni. Da tempo i tre sindacati hanno chiesto un incontro al governo per aprire un tavolo di trattativa che non si è mai concretizzato”.

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