Nannicini: Ascoltiamo i sindacati ma poi decidiamo noi
“Il sistema previdenziale è in equilibrio, finanziariamente e nei rapporti tra generazioni. Il problema è la mancanza di flessibilità delle scelte individuali, che paradossalmente pesa su chi è vicino alla pensione. I sindacati siedono al tavolo e faranno le loro proposte ma alla fine sarà il governo a decidere”. Così alla Stampa il consigliere economico del Premier, Tommaso Nannicini.
“Aiutare le pensioni basse fa parte delle misure da introdurre di qui alla fine della legislatura. Di qui ad allora ci saranno due leggi di Stabilità. Le priorità le deciderà il presidente del Consiglio con i ministri Padoan e Poletti.
E’ giusto coinvolgere le parti sociali. Ma sarà una concertazione fatta secondo regole diverse dal passato: ascolteremo le loro ragioni, in alcuni casi le faremo nostre, poi però a tirare le fila sarà il governo nella sua autonomia. Due studiosi olandesi, con un termine un po’ forte, la definiscono ‘l’ombra della gerarchia’. Solo – osserva il consigliere economico del premier – se c’è quella e se c’è una politica con le idee chiare, la concertazione funziona.
Chi ha necessità di andare in pensione perché ha perso il lavoro e non riesce a trovarne un altro, chi preferisce andare prima e per questo accetta una penalizzazione, infine chi lavora in un’azienda che ha necessità di una ristrutturazione. Sia chiaro: sono tre obiettivi importanti e dignitosi, ma non possono costare sette miliardi di euro in un anno. Le risorse servono per la crescita”, sottolinea.
“Il prestito non comporta alcuna garanzia reale, come avviene ad esempio quando si sottoscrive unmutuo. Se ad esempio il pensionato dovesse mancare durante il periodo di vigenza del prestito, pagherà un’assicurazione. Non solo: finito il periodo del prestito, il nostro progetto prevede l’applicazione di una detrazione fiscale che per i redditi più bassi arriverà a coprire un pezzo della penalizzazione, quindi anche del capitale prestato nel periodo di anticipo”.