Damiano: Dote Governo non basta; necessari almeno 2 mld in Legge di Bilancio
“Secondo alcune indiscrezioni giornalistiche il Governo vorrebbe stanziare, per il pacchetto pensioni, circa 1,5 miliardi di euro. La conclusione del confronto con il sindacato ci dirà dove verrà fissata definitivamente l’asticella delle risorse. Se la flessibilità consentirà di andare in pensione a partire dai 63 anni, vale a dire 3 anni e 7 mesi prima, e se le categorie più svantaggiate (disoccupati, precoci, addetti ai lavori usuranti e invalidi) potranno farlo a costo zero, stiamo andando nella giusta direzione. Se non affronteremo- spiega Damiano- il tema dell’ammodernamento del sistema previdenziale attraverso la flessibilita’, aumentera’ il numero dei poveri (i disoccupati over 60 vittime dei processi di ristrutturazione) e diventera’ sempre piu’ difficile l’accesso al lavoro da parte dei giovani: aziende popolate di settantenni che mantengono a casa, disoccupati, i propri figli e nipoti, non rappresentano certamente una prospettiva accettabile per un partito di sinistra”.
“Ci preoccupa invece – prosegue – il fatto che non si senta più parlare della ottava salvaguardia degli esodati e di Opzione Donna, per le quali è prevista, rispettivamente, la conferenza dei servizi attualmente in corso e un monitoraggio a settembre. La soluzione a questi due problemi, per i quali le risorse sono già state stanziate, fa parte del ‘pacchetto’ previdenziale: in caso contrario sarebbe difficile dare un giudizio positivo”.
“Per quanto riguarda, infine, le risorse riteniamo che siano necessari almeno 2 miliardi di euro, da inserire nella legge di Bilancio, se si vogliono anche affrontare i problemi della NO tax area e della quattordicesima per i pensionati e delle ricongiunzioni gratuite”.
“La nostra parola d’ordine è ‘agli anziani la pensione, ai giovani il lavoro’. Il sistema previdenziale ha bisogno di molte correzioni, in parte dovute a veri e propri errori, come nel caso delle ricongiunzioni, causato da una scelta sbagliata del Governo Berlusconi. Modifiche vanno anche apportate per quanto riguarda i lavori usuranti e i lavoratori precoci, riconoscendo che le attivita’ manuali e piu’ faticose hanno bisogno di un riconoscimento particolare perche’ la loro aspettativa di vita e’ mediamente piu’ breve”, conclude.
Fonte: Pensionitoday
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