Damiano preoccupato: Crescita rallenta, bisogna concentrarsi su agenda sociale
“Invece di litigare su Referendum, Italicum e sul ‘papa straniero’ che dovrebbe sfidare Renzi al congresso (Roberto Speranza o Bianca Berlinguer?), sarebbe meglio farlo sulla Agenda sociale. Bisogna mettersi in testa che la priorità, politica e temporale, è, oggi, sui temi del lavoro, della povertà e delle pensioni. I cittadini si aspettano soprattutto queste risposte. Gli ultimi dati dell’ISTAT ci dicono che la crescita nel 2016 sarà rallentata e si attesterà su un risicato 0,6%”. Così Cesare Damiano, Presidente della Commissione Lavoro alla Camera.
“Troppo poco per stare tranquilli – prosegue – la battaglia sulla distribuzione delle risorse nella legge di Bilancio sarà dunque fondamentale e soprattutto senza esclusione di colpi. Se non verranno destinati almeno 2 miliardi di euro alle pensioni (ai quali aggiungere quanto ancora a disposizione nel Fondo dei lavori usuranti), le soluzioni che si stanno individuando al tavolo di confronto tra Governo e sindacati diventeranno carta straccia. Stiamo parlando – spiega Damiano – di un anticipo pensionistico di 3 anni e 7 mesi per tutti e, a costo zero, per disoccupati, precoci, addetti ai lavori usuranti e invalidi. Di cumulo gratuito dei contributi, di cancellazione delle penalizzazioni che, altrimenti, riprenderanno nel 2018 per chi va in pensione prima dei 62 anni di età e di blocco dell’aspettativa di vita per chi svolge attività usuranti”.
“Inoltre – conclude Damiano – di equiparazione della No tax area dei pensionati a quella dei lavoratori dipendenti e di rivalutazione della quattordicesima attualmente destinata a 2 milioni di pensioni di importo non superiore a 750 euro mensili. Le risorse sono, dunque, fondamentali per risolvere questo complesso di problemi al quale vanno aggiunti l’ottava salvaguardia degli esodati, che riguarda 30.000 lavoratori, e l’ampliamento del numero di lavoratrici che potranno usufruire di Opzione Donna. Tutto questo si decide entro metà settembre, ben prima del Referendum e del congresso PD”.
Fonte: Pensionitoday
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