Damiano: Ecco gli interventi a Costo Zero oppure già Finanziati che vanno assolutamente inclusi nella Legge di Bilancio
Damiano in un’intervista concessa all’Unità evidenzia che: “Con l’anticipo di 3 anni e 7 mesi dell’uscita dal lavoro si può generare un turn over che favorisce l’occupazione dei giovani. In secondo luogo, come ha annunciato Nannicini, la fase 2 del confronto con i sindacati dovrebbe affrontare il tema della revisione del sistema contributivo che riguarda esclusivamente i più giovani cioè quelli entrati al lavoro dal primo gennaio 1996, che avranno la pensione calcolata esclusivamente sui contributi versati. Questi giovani potranno andare in pensione a 63anni, ma a condizione che abbiano una pensione superiore a 2,8 volte l’assegno sociale. Questo vincolo va rimosso perché in tempi di discontinuità occupazionale è difficilmente raggiungibile: per i giovani andrebbe prevista l’integrazione al minimo”.
Altro tema per Damiano è la soluzione delle ricongiunzioni onerose. “La soluzione dell’annosa questione sorta con il governo Berlusconi che ha reso onerosa la ricongiunzione fra i diversi fondi consentirebbe la totalizzazione dei contributi per chi ha una accentuata mobilità tra posto e posto di lavoro, come capita quasi a tutti i giovani. Tutte queste misure dimostrano quindi che non si tratta di rivendicazioni limitate alle generazioni di ultra 60enni, ma di aggiustamenti che conferiranno al sistema previdenziale la flessibilità necessaria per il futuro”.
L’ex Ministro del Lavoro apre poi all’APE: lo strumento “non va demonizzato. Anche a me lo strumento non convince del tutto. Ma non va confuso con un mutuo: si tratta infatti di un prestito assicurato che, nel caso di premorienza del lavoratore, non prevede alcuna rivalsa sui beni o sui familiari. Detto questo, può essere interessante consentire soprattutto alle categorie più deboli disoccupati, lavoratori precoci, addetti ai lavori usuranti e invalidi che il prestito sia compensato al 100 percento da detrazioni fiscali, quindi a costo zero.
Inoltre, nel pacchetto che si sta discutendo non vanno dimenticati la cancellazione dell’adeguamento dell’aspettativa di vita per i lavori usuranti che verrebbe fissato a 66 anni e 7 mesi e l’abolizione delle penalizzazioni per chi va in pensione prima dei 62anni. Infine, ci sono misure per chi in pensione c’è già: l’equiparazione totale della no tax area al lavoro dipendente e l’aumento della 14esima erogata a luglio istituita nel 2007 con due strade possibili: o il raddoppio per chi la prende ora o l’innalzamento della soglia dagli attuali 750 euro mensili fino a 1.0001.250 euro. Come si può ben comprendere tutte queste aspettative non possono andare deluse: nella legge di Bilancio come minimo andranno stanziati 2 miliardi oltre alle disponibilità ancora esistenti nel Fondo per i lavori usuranti”.
Il presidente della Commissione Lavoro conferma infine l’assoluta necessità di risolvere le vertenze degli esodati e della proroga di Opzione Donna: “Con la collega Gnecchi, abbiamo presentato una proposta di legge per l’ottava salvaguardia, che fa parte della piattaforma dei sindacati ed è a costo zero. L’ultimo aggiornamento dell’Inps del 10 agosto dice con chiarezza che rispetto ai 172mila lavoratori da salvaguardare, quelli che lo sono già sono 130mila. Accantoniamo per prudenza 10mila posizioni per i lavoratori in mobilità delle aziende che non hanno ancora risposto al censimento e vediamo che rimangono a disposizione altri 32mila posti già finanziariamente coperti, con i quali l’ottava salvaguardia consentirebbe al governo di concludere definitivamente la questione aperta nel 2011 con la “riforma” Fornero. Un bel risultato a costo zero.
La seconda questione è quella relativa all‘opzione donna: dai primi dati emerge che avevamo ragione quando sostenevamo che il governo, nella legge di bilancio del 2016, aveva sovrastimato le 36mila domande e i 2,5 miliardi stanziati per le donne che scelgono di andare in pensione con 57 o 58 anni di età e 35 di contributi ma accettando un assegno decurtato del 30 per cento. Per questo è giusto che i risparmi che si realizzeranno vengano usati per prolungare la sperimentazione. Le due misure contribuirebbero a svuotare il bacino dei richiedenti l’anticipo pensionistico”.
Fonte: Pensionitoday
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