Esodati, il parere di Cesare Damiano.
Non è semplice riformare le pensioni in Italia. Accanto alla difficoltà a smantellare le norme contenute nella legge Fornero, economicamente convenienti, ci sono troppe situazioni particolari a cui mettere mano.
E se gli esodati e i quota 96 si aspettavano certezze e non parole, sono certamente rimasti delusi. Attraverso l’ennesimo intervento di salvaguardia traspare la logica dei numeri non ancora certi, delle risorse da mettere in campo e delle modalità con le quali attuare una seria riforma strutturale in nome di un risanamento, del resto mai avvenuto o quanto meno non ancora, delle finanze dello Stato.
“Confidiamo nella promessa del ministro del Lavoro Giuliano Poletti di trovare una correzione strutturale delle regole pensionistiche nella prossima legge di stabilità”. Così, interviene sull’argomento il presidente della Commissione Lavoro della Camera dei Deputati, Cesare Damiano (Pd).
“Il ministro del Lavoro Poletti – ha aggiunto l’ex ministro del Welfare – ha infatti confermato la scelta di individuare una soluzione strutturale al problema pensionistico all’interno della legge di stabilità, utilizzando un insieme di proposte che vanno dalla flessibilità a partire dai 62 anni di età e con delle penalizzazioni, alla Quota 100, all’adozione del calcolo contributivo per chi lo sceglie sino al prestito pensionistico. Tutte queste soluzioni prevedono un minimo di 35 anni di contributi”.
In ballo, dunque, fra le tante proposte, c’è quella dell’opportunità del calcolo con il metodo contributivo, regime che sarà prorogato ed esteso anche agli uomini. E ancora, la previsione di quota 100 (come somma dell’età anagrafica e degli anni di contribuzione) oppure l’introduzione dell’Assegno Pensionistico Anticipato (APA).
“Il Pd – ha concluso Cesare Damiano – continuerà la sua battaglia per risolvere questi problemi che ci trasciniamo da alcuni anni e che causano enorme disagio sociale”.