Poletti promette la busta arancione.

Entro la fine dell’anno il ministero del Lavoro, in collaborazione con l’Inps, avvierà la sperimentazione sulla busta arancione, lo strumento con il quale ogni lavoratore avrà la fotografia esatta della sua vita contributiva con la relativa proiezione sull’aspettativa di pensione. Lo ha annunciato il ministro Giuliano Poletti intervenendo alla presentazione della relazione annuale dell’Inps.

Poletti ha indicato che si partirà con una fase di “sperimentazione”, da avviare “entro la fine di quest’anno” per portare il lavoro “a compimento” nel 2015. La busta arancione rientra in un’ottica di trasparenza e semplificazione, a cui ha aperto la strada la dichiarazione dei redditi precompilata che dovrebbe vedere la luce sempre dal prossimo anno.

Ma quali sono le ragioni di tanto ritardo nell’implementazione? Possono essere legate a questioni economiche, certo. D’altronde la spedizioni periodica a 24 milioni di lavoratori ha un costo di cui tenere conto. Ma più verosimilmente, come raccontano le indiscrezioni di palazzo, prevale la paura nel comunicare agli italiani di oggi il futuro poco roseo che li aspetta. Eppure si tratterebbe di un diritto dei cittadini.

[jetpack_subscription_form show_subscribers_total=0 title="Iscriviti alla nostra newsletter" subscribe_text="" subscribe_button="Registrami alla newsletter"]

Per chi fosse all’oscuro la famosa busta arancione prende il nome dal colore dell’informativa che da quasi 20 anni arriva nelle case degli svedesi. La busta arancione assume diversi nomi nei diversi Paesi europei e in vari modi indica al lavoratore la direzione del suo destino previdenziale, informandolo di quanto ammonterebbe la sua pensione se la sua carriera lavorativa procedesse così, o più semplicemente quanto incasserebbe al pensionamento in base ai contributi versati fino al momento dell’informativa.

Rate this post