Novità quota 96 della scuola.
Nel pieno della bufera sui quota 96, con la promessa di pensione che sembra a un passo dalla realizzazione, ma che non piace a gran parte dei diretti interessati, rimangono sullo sfondo le altre questioni previdenziali. Eppure, non poche sono le novità che circondano il tema del ritiro dal lavoro di questi insegnanti quota 96.
La prima novità è che nonostante il voto degli emendamenti prosegue e non ci dovrebbe essere nessun problema, il voto alla Camera, previsto per il 22 Luglio è slittato a data da destinarsi dopo che è stato messo all’ordine del giorno il decreto svuota carceri.
Dopo che Cesare Damiano ha chiarito che “Nel decreto sulla PA è stato presentato un emendamento, sottoscritto da parlamentari di tutti i gruppi politici, che si propone di risolvere definitivamente il problema di quota 96 della scuola. Adesso non ci sono più alibi, poiché sono state individuate le coperture finanziarie ed il governo Renzi, nelle scorse settimane, ha dichiarato una sua disponibilità nel corso di un dibattito sugli esodati nell’Aula della Camera dei Deputati”, sono due i nodi che andranno sciolti con l’inserimento degli emendamenti nel testo e riguardano i tempi per la liquidazione e il riconoscimento delle annualità extra.
Sul primo capitolo, sembra ormai scontato che non arriverà nessuna liquidazione, almeno per i primi due anni di quiescenza. Ciò significa che la maggior parte dei quota 96 potrebbe vedersi erogato il Trattamento di fine rapporto nel 2018.
L’altro dubbio che serpeggia tra gli insegnanti è quello di dover andare in pensione come se gli ultimi due anni non fossero mai esistiti: In merito a quest’ultimo punto, stanno arrivando, però, le prime smentite e pare che il conteggio degli anni extra sarebbe inserito regolarmente nel conteggio dei contributi versati ma col metodo contributivo.