La Cgil a proposito dei dati Istat sulle pensioni delle donne.

Preoccupano i nuovi dati diffusi dall’Istat che segnalano differenze tra le pensioni di uomini e donne. Nuove proposte per riequilibrare le pensioni arrivano dalla Cgil di Susanna Camusso e dallo Spi-Cgil di Carla Cantone.

In una nota congiunta della Cgil e dello Spi, il sindacato dei pensionati, in merito ai dati diffusi ieri dall’istituto statistico commenta: “I dati Istat confermano ancora una volta la forte disparità tra uomini e donne rispetto al sistema pensionistico. Uno squilibrio che riflette la difficile conciliazione tra lavoro e famiglia e le forti discriminazioni esistenti nel mercato del lavoro, sempre meno accessibile alle donne, con effetti diretti e indiretti”.

“Contribuiscono al divario pensionistico – prosegue la nota – anche le retribuzioni inferiori a quelle degli uomini, la discontinuità contributiva, la perdita del lavoro dopo la maternità, oltre a un difficile accesso alle posizioni dirigenziali. E’ necessario che la politica agisca per migliorare la partecipazione delle donne al lavoro, in particolare con servizi per la cura dei figli e dei familiari anziani e la conciliazione dei tempi di lavoro, per contrastare l’eccessiva precarietà e pensioni sempre più povere in futuro, per consentire un’effettiva uguaglianza in termini di opportunità principio imprescindibile di ogni vera democrazia”.

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Secondo l’analisi Istat, tra il 2002 e il 2008 la forbice reddituale tra pensionati e pensionate è aumentata di 2,1 punti percentuali (4,4 punti con riferimento agli importi medi delle singole prestazioni); a partire dal 2008 si è osservata una progressiva riduzione che tuttavia ha mantenuto i livelli di disuguaglianza superiori a quelli del 2004.

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