Tanti applausi per Poletti.
Il ministro del Welfare Giuliano Poletti rimette in testa all’agenda del governo la riforma del mercato del lavoro e si prepara a mettere una pietra sopra ai pasticci fatti dall’ex ministro Elsa Fornero; tanti gli applausi:
“Bene Poletti sulla flessibilità in uscita dal lavoro, è una misura urgente e necessaria”, ha dichiarato il sottosegretario all’Economia e Finanze Pier Paolo Baretta. “La rigidità della riforma pensioni Fornero ha provocato situazioni anomale quali gli esodati e che le riforme strutturali, che dobbiamo fare, necessitano di un ricambio generazionale sia nel pubblico che nel privato. La flessibilità in uscita coniuga le due esigenze: stabilità della riforma e scelte personali”.
“E’ auspicabile – ha dichiarato in una nota il segretario confederale della Uil Domenico Proietti – che il ministro del Lavoro e delle Politiche sociali Giuliano Poletti dia seguito agli annunci e già con la prossima legge di stabilità ripristini una giusta flessibilità nell’accesso alle pensioni. Per la Uil è infatti necessario affrontare in tempi rapidi il tema della flessibilità, prevedendo un range di età tra i 62 e i 70 anni all’interno del quale il lavoratore può scegliere senza penalizzazioni”.
“E’ importante – ha dichiarato in una nota il segretario confederale della Cisl Maurizio Petriccioli – che il ministro del Lavoro Giuliano Poletti abbia riaperto il capitolo pensioni aprendo sulla possibilità di una flessibilità in uscita dal lavoro. Ora chiediamo che il Governo Renzi apra un tavolo di discussione sui problemi aperti dalla riforma pensioni Fornero che va adattata alle nuove esigenze del mercato del lavoro”.
“Siamo contenti – ha affermato in un comunicato stampa il segretario confederale della Cgil Vera Lamonica – che il ministro del Lavoro riconosca il tema della flessibilità come da tempo sosteniamo. Bene che la si affronti al più presto perché è urgente approvare misure che rendano più flessibile la possibilità di pensionamento e determinare non solo maggiori occasioni di lavoro per i giovani e per chi lo perde ma anche il giusto riconoscimento di un diritto nell’accesso al trattamento pensionistico”.