Fassina avverte Renzi circa i nuovi tagli

Stefano Fassina ex viceministro e deputato del Partito democratico, intervenendo a margine di un dibattito alla festa dell’Unità di Firenze ha commentato a proposito dell’intervista del premier dove Renzi parla di un taglio del 3% di tutte le spese su cui ha voce in capitolo ogni ministero.

Purtroppo – dice Fassina – l’intervista di oggi (ieri, ndr) del presidente del Consiglio mi preoccupa perché ripropone, sostanzialmente, l’agenda Monti: 20 miliardi di tagli lineari, come li proponeva Tremonti e ripropone la cancellazione dell’articolo 18. Dovendo cambiare verso, continuiamo invece nello stesso verso che non ha funzionato che è quello dell’agenda Monti”.

“Tagliare 20 miliardi di euro – spiega l’ex viceministro – di spesa pubblica per il 2015 con un intervento lineare del 3%, come indicato oggi, vuol dire aggredire 660 miliardi di euro: il 3% di 660 è circa 20. Vuol dire, quindi, tutta la spesa primaria corrente, ossia i circa 800 miliardi di spesa totale meno la spesa per gli interessi e la spesa in conto capitale. Vuol dire tagliare di circa 10 miliardi la spesa per pensioni, di quasi 5 miliardi la spesa per il personale, di oltre 3 miliardi la spesa sanitaria, per rimanere ai capitoli principali”.

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È impossibile farlo in un anno – aggiunge – ma tentare di raggiungere l’obiettivo vorrebbe dire condannare l’Italia a un altro anno di stagnazione, aumento della disoccupazione e aumento del debito pubblico, oltre a mutilare il welfare. Serve, invece, una manovra espansiva che estenda il bonus Irpef anche alle Partite Iva e ai pensionati, potenzi gli interventi anti-povertà, allenti il Patto di Stabilità Interno per riavviare le piccole opere. Considerato anche l’impegno confermato dal Presidente del Consiglio a eliminare l’art 18, il Governo Renzi torna all’Agenda Monti. No, grazie. Abbiamo già dato”.

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