D’Alema si scontra con Renzi

Basta leggere i dati Istat sul calo dell’occupazione e della produzione”, e un’alzata di sopracciglia come a dire: di cosa stiamo parlando? Massimo D’Alema è passato per la Festa nazionale del Pd, a Bologna, e alcune dichiarazioni sui “risultati per ora non soddisfacenti del governo nonostante gli sforzi” e sulla segreteria del Pd che “non c’è” hanno dato fuoco alle polveri, scatenato la discussione sui social, con parlamentari vicini al premier Matteo Renzi che hanno accusato D’Alema di parlare così perché non ha ottenuto la nomina di Mr Pesc.

D’Alema sceglie, dunque Bologna e la Festa nazionale dell’Unità per entrare a gamba tesa contro il presidente del Consiglio Matteo Renzi e il governo. “Il Governo compie indubbiamente degli sforzi. Poi i risultati, sicuramente, per ora non sono stati soddisfacenti” ha detto D’Alema, rispondendo ai giornalisti. Riguardo alle risposte alla crisi, infatti, l’ex premier in precedenza aveva spiegato che “in questo momento la maggiore preoccupazione deve essere la situazione economica e sociale del Paese” e – aveva aggiunto – il Governo “bisogna che reagisca in modo energico. Adesso vediamo quando arriveranno i provvedimenti, in particolare la manovra entro ottobre”. Per l’ex premier a quel punto “comprenderemo meglio quale sono le risposte, cercando di andare alla sostanza dei problemi perché mi pare che i cittadini attendono risposte sostanziali”.

Forse l’accusa più dura di D’Alema è quel paragone tra Renzi e Berlusconi che riecheggia tra gli stand delle Festa dell’Unità. Cosa pensa della “annuncite” che Matteo Renzi intende scongiurare a colpi di “fact checking”, chiedono i cronisti? D’Alema osserva che quel vocabolo “non è un neologismo. L’Italia – è la stoccata dell’ex premier – ne ha sofferto moltissimo: nel corso dei governi di Berlusconi era un’attività costante”!

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Ovviamente le repliche dei renziani non tardano: “D’Alema – afferma la parlamentare europea Isabella De Monte – rinnova la sua storica avversione per gli elettori. Erano bellissimi i partiti che perdevano le elezioni ma avevano un leader Maximo, fa una vita stentata il Pd che raggiunge con Matteo Renzi il 41%”. “Caro Massimo – attacca Ernesto Carbone – se i governi di centrosinistra avessero fatto la metà delle cose già fatte dal governo in pochi mesi, probabilmente la storia di questo Paese e del nostro partito sarebbe stata molto diversa”.

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