Pensioni: I tagli non sono la soluzione

Riforma pensioni 2014-2015, spending review e tagli alla sanità tengono banco in queste ore nel dibattito politico. Non sembrano rassicuranti sulla riforma pensioni le ultime dichiarazioni del commissario per la spending review Carlo Cottarelli. “Cerchiamo di essere ottimisti e di portare avanti questo lavoro, al di là delle vicende personali che possono portare a certe decisioni, che possono essere non facili”.

“I tagli annunciati per la sanità sono un errore, non solo perché minano la tutela del diritto alla salute sancito dall’art. 32 della Costituzione, ma anche per l’economia. Per attenuare la recessione e per far uscire il Paese dalla crisi dovremmo al contrario potenziare gli investimenti. Queste le parole di Enrico Rossi, presidente della Regione Toscana, che aggiunge: “Il welfare italiano ha altre falle pensiamo alle pensioni superiori ai 3.000 euro netti mensili e costruite con il metodo retributivo e non contributivo. Esse riguardano meno di 1 milione di pensionati. Tra di loro ce ne sono alcuni (33.000) che costano alla previdenza ben 3,3 miliardi di euro, i pensionati d’oro che percepiscono oltre 6.000 euro netti al mese. I numeri sono importanti. Si pensi in proporzione che 800.000 pensionati sociali italiani costano solo 4, 1 miliardi di euro. Questa è una situazione di intollerabile ingiustizia e diseguaglianza. Ci pensi bene il governo prima di dire che intende operare tagli alla sanità ma che non toccherà le pensioni”.

Giorgio Squinzi, presidente di Confindustria ha voluto solo chiarire che “è molto molto difficile che il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, riesca a reperire 24 miliardi tagliando la spesa pubblica. Ho incontrato alcuni ministri del governo Renzi e la situazione è drammatica. Sta chiedendo a tutti una riduzione del 3% in modo più o meno lineare. Il 3% di un totale di 800 miliardi che è l’ammontare della spesa pubblica. Il problema è che grossa parte di questi 800 miliardi sono pensioni e sanità cosa difficilissima da tagliare, se non impossibile”.

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A intervenire anche Cesare Damiano: “Quando si pensa alle riforme strutturali – ha dichiarato in una nota il parlamentare del Partito democratico – si allude di solito al taglio delle pensioni e mai ad una riforma del fisco in senso redistributivo. Le politiche del solo rigore senza investimenti ed equità sociale ci hanno portato all’attuale disastro. Sarebbe utile avere dei suggerimenti che ci aiutino a cambiare strada piuttosto che suonare sempre la stessa musica”.

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