Furlan: “Le donne sono costrette a sacrificare carriera e pensione”
La segretaria generale della Cisl, Annamaria Furlan, parla dei problemi dell’occupazione femminile: “Senza i servizi per le famiglie le carriere delle donne vengono sacrificate. Le leggi sono ineccepibili ma i problemi nascono dalla loro applicazione e dall’organizzazione quotidiana del lavoro. Spesso le donne svolgono lavori con qualifiche superiori che non vengono riconosciute e l’inadeguatezza dei servizi sociali pesa soprattutto sulle donne, perché sono loro a sobbarcarsi quasi tutti i carichi familiari: questo mette un freno alla progressione delle carriere”.
“Il problema – spiega Furlan – è che le donne entrano più tardi nel mercato del lavoro e ne escono prima, così hanno stipendi medi più bassi. Questo si ripercuote anche sulla vita post-lavorativa perché le donne hanno meno versamenti pensionisti e quindi pensioni più basse”.
“Il vero motivo per cui le donne lavorano, in media, meno degli uomini è perché soprattutto al Sud smettono di lavorare dopo il primo o il secondo figlio, non avendo un’adeguata rete di servizi a sostenerle. Ed in caso di crisi e licenziamenti, le aziende mandano via per prime le donne”.
Pertanto per il leader della Cisl “ci vuole una politica dei servizi completamente diversa. Più asili nido ed altre strutture per i bambini ed anche più assistenza agli anziani visto che le donne si fanno carico degli uni e degli altri. Anche la contrattazione andrebbe riorientata per ottenere, ad esempio, asili aziendali ed orari di lavoro più flessibili che aiutino la donne a conciliare l’impegno con la famiglia. Negli ultimi anni la situazione delle donne nel mondo del lavoro è peggiorata perché i tagli ai bilanci pubblici non hanno ridotto gli sprechi ma i servizi essenziali così le donne hanno sempre meno sostegno nella cura dei bambini e degli anziani e lavorare per loro diventa più difficile”.