Boeri: Flessibilità per rilanciare il lavoro e uscire dalla crisi

“Chi vive in condizioni di disagio sociale, in Italia ha attualmente poche chances per uscirne o quantomeno migliorare la propria condizione, ma in compenso qualcosa sta migliorando sul fronte della crisi occupazionale”, ha spiegato Tito Boeri a ‘Radio anch’io’.

“I dati ci dicono che in Italia la mobilità sociale è molto limitata, pesano alcune storture che ci sono nel sistema educativo e nel mercato del lavoro, sebbene su quest’ultimo punto le cose vanno meglio. Con la riforma del lavoro vediamo che il contratto a tutele crescenti sta funzionando”

“La crisi ha aumentato le diseguaglianze, il 10% della persone più povere ha perso il 30% del reddito. Un divario difficile da recuperare. Un governo deve investire nell’istruzione per garantire l’accesso all’Università anche ai più poveri. Servono anche interventi sul mercato del lavoro servono interventi ridisegnando la protezione sociale. Poi, il problema di fondo resta la crescita economica, se non si cresce si favorisce la rendita a scapito del lavoro”.

“Bisognerebbe potenziare la compensazione che si dà ai lavoratori dopo licenziamento, introdurre un sistema di assicurazione per la disoccupazione a livello europeo, permettere ai paesi una maggiore flessibilità sulle pensioni; è necessaria una maggiore tutela, l’Europa potrebbe in tal senso premiare i governi che adottano soluzioni migliori”.

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“E poi c’è il tasso di partecipazione alla forza lavoro; Generalmente durante la crisi la partecipazione tende a diminuire, perché ci sono persone che vanno in pensione prima o si ritirano dalla vita attiva; ebbene, in questa crisi a differenza che in passato il tasso di partecipazione è continuato da aumentare e questo ha creato forti tensioni”.

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