Petriccioli (Cisl): Valorizzare il secondo pilastro

“La previdenza complementare si conferma un`esperienza positiva che rappresenta ormai, dal punto di vista delle risorse complessivamente gestite, oltre l`8% del Pil ma che non riesce ancora a raggiungere l`insieme del mondo del lavoro”.

Maurizio Petriccioli, Segretario confederale della Cisl, commenta così i dati della Relazione annuale della Covip.

“Il Ministro Poletti ha ribadito il contributo che i fondi pensione possono offrire, sia in termini di maggiore investimento nell`economia reale nazionale, sia di integrazione delle prestazioni pensionistiche pubbliche, anche in situazione di forzata uscita dal lavoro, nell`ultima fase della vita attiva, mettendo fra l`altro in guardia contro i rischi di una eccessiva `cannibalizzazione` della concorrenza fra i diversi strumenti previdenziali. Tuttavia, le scelte finora operate dal Governo – spiega il segretario confederale – non sembrano sempre coerenti con le finalità dichiarate. Con la legge di stabilità è stata aumentata l`imposta sostitutiva sui rendimenti dei fondi pensione, finendo per considerarli alla stessa stregua di altri strumenti del risparmio gestito e con il disegno di legge sulla concorrenza, prevedendo la portabilità del contributo del datore di lavoro verso qualunque forma pensionistica complementare individuale, si corre il rischio di mortificare la finalità sociale dei fondi pensione istituiti dalla contrattazione collettiva, che sono strumenti del welfare aziendale senza scopo di lucro, con bassi costi di adesione e partecipazione per gli iscritti”.

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“La Covip ha indicato le strade più opportune per rilanciare la previdenza complementare: lo sviluppo di un`adeguata educazione previdenziale, la realizzazione di processi di accorpamento fra i fondi esistenti per determinare maggiore efficienza per gli aderenti, maggiore trasparenza e comparabilità per gli aderenti delle condizioni di funzionamento ed offerta delle diverse forme pensionistiche complementari, collettive ed individuali. Anche il Governo deve fare la sua parte, trovando le forme di dialogo più opportune con le Parti sociali e il sistema dei fondi pensione per costruire insieme un progetto di rilancio del settore, da sostenere anche attraverso una nuova finestra temporale di scelte per i lavoratori, sostenuta con il silenzio assenso”, conclude Petriccioli.

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