Ambrogioni (Cida): Contrasteremo gli attacchi demagogici e punitivi sulle pensioni

Ambrogioni è il nuovo presidente della Cida, la confederazione dei dirigenti e delle alte professionalità dei settori pubblico e privato. “In una fase storica in cui al mondo del lavoro si chiede più flessibilità, c’è bisogno di un sistema che sappia governare i fenomeni conseguenti e cioè ansia ed incertezza: chiediamo al governo di riscoprire il valore del dialogo sociale, del confronto reale. Se così sarà non faremo mancare nostre proposte autonome, originali, attente all’ interesse generale del Paese”.

“Concentreremo la nostra attenzione – continua – sui temi della politica economica, del mercato del lavoro, del welfare e dell’education in senso lato. Per questo attingeremo e faremo tesoro dell’immenso patrimonio che abbiamo: i saperi, le esperienze e le competenze professionali dei nostri iscritti che operano in tutti i settori chiave”.

“Le priorità di questi giorni sono la scuola e le pensioni. Sulla scuola – spiega – incalzeremo il governo affinché la riforma all’esame del Parlamento ci dia un sistema educativo che accetta di essere valutato e sia veramente in grado di offrire cultura e reale preparazione al mondo del lavoro. Sulle pensioni contrasteremo ancora gli attacchi demagogici e punitivi di cui la categoria da troppo tempo è destinataria ma offriremo anche proposte organiche per gestire in modo equo e responsabile il tema dell’equilibrio complessivo del sistema”.

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“Siamo una organizzazione sindacale ma rappresentiamo una élite professionale conscia delle proprie responsabilità anche sociali, siamo quella parte della borghesia produttiva del Paese che ha scelto di non rifugiarsi nel particolare perché continua a credere nelle grandi potenzialità dell’Italia in tutte le sue espressioni economiche e sociali e tutti i giorni si impegna per valorizzarle ma serve un progetto Paese che chiami a raccolta tutte le energie. Ma questo è il compito di una buona classe dirigente politica, di una politica che sa ascoltare, valutare e decidere con un unico fine: il bene comune”, termina.

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