De Lieto (Lisipo): Basta caccia alle streghe
“Continua la crociata contro intere categorie di pensionati. Ora, nel mirino, sembrano esserci le pensioni del Comparto Sicurezza e Difesa (Forze di Polizia, Forze Armate) che le famose “schede” INPS, pongono all’attenzione dell’opinione pubblica, quali fruitori di “privilegi” e si ipotizza, da più parti, il ricalcolo delle pensioni liquidate con il sistema retributivo, in quello contributivo, che porterebbe ad una percentuale elevatissima, di “impoverimento” pensionistico. Dove sono i diritti acquisiti? In questo momento, milioni di cittadini-pensionati, stanno facendo molti passi indietro, nel campo dei diritti. Nulla più è certo”. Così Antonio de Lieto, Presidente Nazionale del Libero Sindacato di Polizia (LI.SI.PO.).
“Pensionati che assumono impegni economici e pianificano la loro vita, in relazione ad un assegno pensionistico liquidato in base a contributi e regole esistenti, al momento del pensionamento, corrono il rischio, se le cervellotiche analisi e congetture che vengono fatte in proposito, non vengono subito stroncate, di un impoverimento che porterebbe allo sconvolgimento della loro vita”.
“Le pensioni degli operatori di Polizia e delle Forze Armate – continua de Lieto – sono nel mirino? Intanto, si fa riferimento a pensionati di oggi, con una fascia di età dal 57 ai 70 anni. Si tratta di servitori dello Stato che per decenni hanno lavorato, per il doppio o per il triplo, dell’orario di lavoro attuale, le 6 ore, se le sognavano. In ordine pubblico cosa pressoché quotidiana, non esisteva un “Fine servizio”, infatti i turni di OP, prevedevano un inizio e non una fine (es .7 /fine), non c’era neppure lo straordinario e questa situazione è durata sino alla fine degli anni ’70. Altro che privilegiati”.
“E’ inimmaginabile, poi – aggiunge ancora – che Poliziotti e militari, possano andare in pensione, come gli altri lavoratori, proprio per il particolare lavoro che richiede la idoneità al servizio di polizia o a quello militare. Insomma, questo strano Paese, insegue le mode. Quando si tratta di cancellare diritti altrui, si scatenano campagne televisive e di stampa e in tanti applaudono, non considerando che poi, un domani, quella cancellazione di diritto può riguardare anche chi gioisce per il danno altrui”.
“Forse il Presidente dell’INPS, conduttori televisivi ecc., farebbero bene, molto bene, a rendere pubblici i loro stipendi, al cui confronti, quello di un sovrintendente di Polizia, sembrerebbe una elemosina. E’ in atto un “terrorismo” pensionistico , indegno di un Paese civile e della sua storia”, conclude de Lieto