Damiano spinge su Quota 97 e lavoratori precoci

“Il ministro Poletti ha confermato che le pensioni, per il Governo, sono all’ordine del giorno. Questo per noi è motivo di grande soddisfazione dopo la lunga battaglia che conduciamo dal 2012 per correggere la riforma del Governo Monti”.

Così Cesare Damiano, presidente della Commissione Lavoro della Camera.

“Ci auguriamo – continua Damiano – che il Governo prenda in considerazione la proposta di legge del Pd, che prevede l’uscita flessibile dal lavoro a partire dai 62 anni, con 35 di contributi e l’8% di penalizzazione. Altre proposte, come quella di un ricalcolo interamente contributivo dell’assegno pensionistico che decurterebbe la pensione anche del 30%, non sarebbero accettabili”.

“Si tratterebbe – aggiunge – di una misura poco incentivante e troppo penalizzante. È positivo che il Governo abbia aperto un tavolo di confronto con i sindacati dei pensionati: è la premessa indispensabile per l’avvio di un dialogo con il Parlamento in vista della legge di Stabilita che dovrebbe affrontare il tema della previdenza”.

“Tsipras – spiega Damiano – accetta di innalzare l’eta’ pensionabile a 67 anni, ma pretende di farlo con gradualita’ la stessa che noi dovremmo introdurre in Italia nel sistema previdenziale per correggere la brutalita’ di una riforma imposta al governo Monti dagli stessi che ora vorrebbero farla digerire alla Grecia”.

“Non puo’ essere una differenza sui tempi per l’innalzamento dell’eta’ pensionistica a 67 anni, 2022 o 2025, a impedire la strada verso l’accordo. L’eccesso di rigidita’ della Troika, che pretende di limitare la contrattazione collettiva e il potere dei sindacati, ripropone una filosofia liberista ormai fuori tempo e che ha dimostrato di essere fallimentare”.

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“Per quanto riguarda l’Italia la prossima Legge di Stabilita’ – conclude Damiano – dovra’ affrontare la questione della flessibilita’ nel sistema pensionistico: poter andare in pensione a partire dai 62 anni con 35 di contributi ed una ragionevole penalizzazione dell’8% oppure con 41 anni di contributi senza penalizzazioni sulla pensione, e’ una misura di modernizzazione del sistema, molto semplice, che combatte le nuove poverta’ di chi rimane senza lavoro e senza pensione e favorisce, con il turnover, l’occupazione dei giovani. Cercheremo con tutti i mezzi di portare a casa questo obiettivo di forte giustizia ed equità sociale”.

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