Damiano (PD): Sosteniamo intesa su uscite a 62 anni e 35 di contributi
“Tra pochi giorni diversi milioni di pensionati riceveranno oltre 500 euro in media come rimborso per la mancata rivalutazione negli anni 2012 e 2013 dei trattamenti previdenziali superiori a tre il volte il minimo”.
Così Cesare Damiano Presidente della Commissione Lavoro della Camera.
“E’ un riconoscimento del buon lavoro svolto dalla Commissione in questi anni”. Damiano ricorda come “proprio grazie alle pressioni della Commissione Lavoro sia stato messo un freno, con l’ultima legge di stabilità, alla penalizzazione per i lavoratori precoci, cioè coloro che maturano la massima anzianità contributiva prima dei 62 anni di età. Questa penalizzazione – aggiunge Damiano – è stata fermata sino al 2017. Ma l’obiettivo resta quello di eliminarla in modo strutturale”.
“Ora bisogna affrontare in modo strutturale il nodo della flessibilità in uscita, la riforma della gestione separata, la chiusura del capitolo esodati con la garanzia di uno strumento di sostegno al reddito per i lavoratori con piu’ di 55 anni senza lavoro senza dimenticare il problema delle ricongiunzioni onerose e dell’opzione donna. Il Pd è promotore di numerose proposte di legge alla Camera che attendono di essere discusse nel merito”.
“Per quanto riguarda la flessibilità in uscita attendiamo a giorni di conoscere gli intendimenti del Governo. Su questo capitolo noi però abbiamo idee abbastanza chiare: Anche noi, come i sindacati – continua Damiano- siamo contrari a una flessibilita’ che sia collegata al totale ricalcolo dell’assegno pensionistico con il metodo contributivo. Si tratterebbe di un taglio di circa il 30%: poco appetibile e troppo punitivo. La proposta del Pd, che prevede la possibilita’ di andare in pensione a partire dai 62 anni, con 35 di contributi e l’8% di penalizzazione, oppure con 41 anni di contributi, rappresenta una soluzione equilibrata del problema”.
“Su questa proposta – aggiunge Damiano – largamente condivisa dagli altri partiti, intendiamo confrontarci con il Governo: il Presidente dell’Inps, Boeri, ha invece bocciato la proposta di flessibilita’ del Pd perche’ troppo costosa. Noi bocciamo i conti di Boeri: vorremmo che si calcolasse la platea reale che potrebbe accedere al nuovo diritto e non quella potenziale; che si considerasse che con la flessibilita’ si risolverebbe il problema degli esodati non ancora tutelati, realizzando dei risparmi”.