Unioni Civili, per Sacconi persiste il problema della reversibilità

Il Senatore e Presidente della Commissione Lavoro al Senato, Maurizio Sacconi, ha votato contro al ddl Cirinnà sulle Unioni civili.

“Ho dovuto votare contro il parere della Commissione perché la copertura ipotizzata non è stata tarata sugli effetti ‘a regime’ della estensione alle coppie omosessuali delle pensioni di reversibilità ma fa una previsione solo da qui ai prossimi 10 anni”.

Spiega così la sua scelta Sacconi in un’intervista all’Occidentale per poi aggiungere: “Nonostante la forte vigilanza sulla finanza pubblica, si è preferita, per esigenze del tutto politiche, la sottovalutazione degli effetti finanziari indotti dalla estensione alle nuove ‘famiglie’ dello stesso sesso delle provvidenze tradizionalmente riservate alla sola famiglia naturale. Eppure questo ampliamento dei diritti soggettivi e della spesa obbligatoria dovrebbe imporre valutazioni di medio e lungo periodo anche in relazione agli impegni europei per la riduzione del debito italiano al 60 per cento del Pil. Le riforme previdenziali, e questa è una controriforma previdenziale, si valutano infatti rispetto al punto di ‘entrata a regime’ delle nuove norme”.

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Infine per Sacconi, il vero problema è che “le nuove pensioni di reversibilità producono effetti minimi nei dieci anni successivi ai nuovi matrimoni ma gli effetti emergono quando si entra nella fase fisiologica dei decessi. Per la prima volta nella nostra storia repubblicana queste provvidenze si separano dalla ragione per cui sono state disegnate ovvero l’attitudine alla procreazione della coppia”.

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