Cisal ribatte necessità di abrogare Legge Fornero

“Parlare oggi di flessibilità a costo zero è solo l’ennesima dichiarazione di resa di uno stato che si vede sottrarre miliardi dall’evasione fiscale e che, incapace di contrastarla, scarica sui lavoratori e sui pensionati il prezzo della propria inefficienza”.

Così Francesco Cavallaro, Segretario Generale CISAL.

“A chi oggi ha maturato 35 anni di contributi, per lo più si dovrebbe applicare il sistema “misto” per il calcolo della pensione. Ciò vuol dire – prosegue Cavallaro – che di penalizzazioni, derivanti dal calcolo contributivo, già ne subirà in abbondanza. Se poi si considera che le retribuzioni medie viaggiano al di sotto della fatidica soglia dei 1.500 euro mensili, che consentono di beneficiare dei famosi 80 euro del bonus Renzi, è del tutto evidente che la stragrande maggioranza di chi potrebbe andare in pensione anticipata, se si accede alla ipotesi di una maggiore flessibilità in uscita con penalizzazzione, riceverà pensioni molto più basse del reddito da lavoro e non avrà diritto neanche agli 80 euro in quanto pensionato”.

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“In sintesi, l’esperienza offerta dall’applicazione della Legge Fornero, le pesanti critiche espresse nei suoi confronti dalla maggioranza delle forze politiche e sociali – declinate in infiniti, articolati e per ora vani tentativi di porvi riparo – e il progressivo concretizzarsi degli scenari drammatici evocati a suo tempo dalla CISAL, dimostrano che è necessario avere il coraggio di abrogare la Legge stessa, ritornando al sistema precedente. Fatta tabula rasa della Riforma Fornero,  – conclude il segretario della Cisal – sarà più semplice tracciare un percorso condiviso e lungimirante che porti all’individuazione delle misure necessarie all’aggiornamento delle prestazioni previdenziali rispetto all’evoluzione delle condizioni economiche e sociali del Paese, sanando nel contempo le sofferenze causate dalla disciplina introdotta con il Salva-Italia”.

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