Giovannini svela retroscena inquietante: La flessibilità era pronta ma poi arrivò Renzi
“Era tutto pronto, saremmo partiti ad aprile dell’anno scorso. Poi cadde il governo e non se ne fece nulla. Un vero peccato”.
Questa la rivelazione di Enrico Giovannini, ministro del Welfare del governo Letta, al Corriere della Sera.
“L’idea era di partire a livello sperimentale: per il primo anno avevamo previsto un limite di uscite anticipate, 25 mila – afferma Giovannini – e poteva lasciare il lavoro chi al massimo era a tre anni dalla pensione. A quel punto incassava una indennità, una sorta di reddito minimo, intorno ai 750 euro netti al mese. Una volta raggiunta l’età delle pensione piena avrebbe restituito i soldi a rate, scalandoli dall’assegno dell’Inps”.
“Questo intervento – spiega l’ex ministro del Welfare – sarebbe stato un intervento a costo zero nel medio periodo e non una vera riforma delle pensioni, ma un’operazione finanziaria, e come tale sarebbe stata presentata a Bruxelles.
“Il ricalcolo contributivo era stato scartato perché – svela Giovannini – eravamo arrivati alla conclusione che fosse incostituzionale. E l’ultima sentenza della Corte, quella che ha bocciato il blocco delle rivalutazioni, mi pare confermi quell’orientamento e ci sarebbe stata una montagna di ricorsi”.