Damiano apre un ulteriore fronte, rifinanziare il fondo per i lavori usuranti

“Si discute molto, anche in queste ore, di lavori usuranti: è giusto farlo. La normativa che avevo istituito nel 2007 quando ero Ministro del lavoro prevedeva per questo tipo di attività, con uno stanziamento di 3 miliardi di euro, di consentire a 5.000 lavoratori all’anno di poter andare in pensione fino a 3 anni prima degli altri. Considerato il periodo di 10 anni, 2008-2017, si trattava in totale di 50.000 lavoratori. A consuntivo, ancora una volta é avvenuto che il numero dei beneficiari è risultato considerevolmente inferiore a causa degli innumerevoli “paletti” inseriti all’epoca dal Ministero dell’economia e dalla Ragioneria dello Stato per poter accedere al diritto. Di conseguenza, è stata risparmiata buona parte delle risorse stanziate”.

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Ed ha proseguito: “In questo circuito perverso, da alcuni anni a questa parte queste risorse vengono “saccheggiate” e destinate ad altri obiettivi. Per porre fine a questa situazione si rende necessario rivedere la legislazione rifinanziando il Fondo e rimuovendo gli ostacoli che impediscono ai lavoratori di accedervi. Si tratta di lavori eseguiti in miniera, cava e torbiera; con esposizione al caldo ed al freddo e così via. A queste tipologie di lavoro il Governo Prodi aggiunse, sempre nel 2007, il lavoro alla catena di montaggio e notturno. Una buona legge che va riattivata“.

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