Damiano denuncia i conti “truccati”

“Noi giustamente ci lamentiamo con l’Unione Europea, lo fa Renzi ed io sono d’accordo perché non possiamo stare a delle regole assurde. Però dovremmo guardare in casa nostra perché qui siamo di fronte ad una perversione delle regole”. Così Cesare Damiano durante la trasmissione televisiva Mi manda Rai Tre.

“Il tema delle ricongiunzioni è un errore del Governo Berlusconi, si chiama legge 122 del 2015, perché sulla base di un’indicazione dell’Inps che voleva impedire alle donne del pubblico impiego che potessero trasferire la loro posizione dall’Indap pubblico all’Inps privato e andare in pensione a 60 anni, si è fatta questa norma che ha bloccato tutti. Quindi sono rimasti tutti intrappolati. Questo errore è stato riconosciuto dal sottosegretario Bellotti nel luglio del 2011, quando disse che la norma era andata al di là della volontà del Governo. Dopodiché tutti erano d’accordo sul fatto che l’errore andava rimediato”.

“Cosa è capitato nel frattempo? Noi ci siamo mossi, l’On. Gnecchi ha presentato una proposta di legge, ha fatto le interrogazioni e le interpellanze. Noi non molliamo la presa, perché così come ci siamo occupati di esodati e opzione donna adesso ci occupiamo di ricongiunzioni e flessibilità. Quando la norma è stata introdotta, come sempre è accompagnata da una relazione tecnica. La relazione tecnica non accenna a nessun risparmio, ma in realtà c’erano dei risparmi perché nel momento in cui si alza di cinque anni l’età pensionabile delle donne (perché l’Unione Europea aveva dato questa indicazione), ci sarebbero stati risparmi”.

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“Il sottosegretario Bellotti dice invece che per riparare a questo errore bisogna investire 4 miliardi in 10 anni. 7 mesi dopo, l’Inps fa una nuova quantificazione e dice che per riparare a questo errore, in un decennio (2012 – 2021) occorrono 12 miliardi. Allora io mi domando: da zero a quattro a dodici miliardi, chi ha ragione? Perché se andiamo avanti così, chi fa i conti imprigiona la politica. Io non posso più fare le leggi perché sono in balia di chi fa i conti, ma almeno mi dessero un numero uguale all’altro”, conclude Damiano.

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