Vuole rinunciare al vitalizio ma non può!

«Nello spirito del Movimento 5 Stelle e nel rispetto degli impegni presi con tutto il corpo elettorale, il 2 febbraio ho inviato una lettera al segretario generale del Consiglio regionale con la quale ho dichiarato di rinunciare a qualsiasi forma di privilegio mascherato da pensione». Così Patrizia Bartelle, consigliera regionale del Movimento 5 Stelle in Veneto.

«La Legge regionale – prosegue la consigliera Bartelle – dispone il trattamento previdenziale dei consiglieri regionali, previsto dall’articolo 2, già dopo soli cinque anni di mandato, la reversibilità – articolo 6 – e l’accantonamento di contributi non pensionistici non legati agli Enti previdenziali nazionali. Inoltre questa legge prevede un assegno vitalizio e di fine mandato».

«Tutto questo per me è moralmente inaccettabile – attacca l’esponente pentastellata – e prima della mia eventuale decadenza per effetto della sentenza del Tar, prevista per domani, ho provveduto alla rinuncia. Questo diritto, tuttavia, sembra incompatibile con l’attuale legge regionale, per cui si dovrebbe  prevedere una discussione in aula proprio per inserire un capitolo dedicato alla rinuncia. Ovviamente se tutti i consiglieri, o almeno una buona maggioranza di essi, seguissero il mio esempio, oltre al notevole risparmio per la Regione, l’iter potrebbe essere veloce, ma nutro forti dubbi su questo punto, anche verso quei consiglieri d’opposizione che in campagna elettorale si sono riempiti la bocca di falsi slogan».

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La consigliera Bartelle conclude: «La mia è una battaglia di legalità e di uguaglianza rispetto ai tanti cittadini che devono lavorare 40 anni per ricevere una pensione spesso di poco superiore al minimo vitale. Si tratta di un tema che ilMovimento 5 Stelle ha da sempre portato avanti, sia in Parlamento, sia nei vari consigli regionali e sono fiera di questo mio percorso di lotta coerente con il mandato elettorale».

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