Sì alla Flessibilità in uscita, ma senza penalizzazioni
“Penalizzare le pensioni anticipate (Damiano, Boeri e le stesse CGIL, CISL e UIL) rappresenterebbe una vera contraddizione in termini, che di fatto confermerebbe gli effetti della legge Fornero, che solo a parole si afferma di voler superare. Basti pensare alla maggior parte dei lavoratori, cui si applica il sistema misto retributivo/contributivo: al danno già derivante dal calcolo contributivo, si aggiungerebbe la beffa della paventata penalizzazione fino all’8/9%”. Così afferma Francesco Cavallaro, Segretario Generale della Cisal.
“L’incidenza sul PIL della spesa previdenziale effettiva, se correttamente riportata, risulta inferiore rispetto a quanto finora calcolato. Dalla riforma Dini alle attuali proposte in tema di pensione anticipata, le soluzioni in materia indicate finora sono viziate da valutazioni scorrette”.
“E’ addirittura paradossale – continua – che il Governo, dopo avere scelto di integrare con 80 euro al mese lo stipendio di un lavoratore che ne guadagna 1.500, al momento dell’eventuale pensionamento anticipato, non solo gli tolga il bonus, ma addirittura gli riduca ulteriormente la pensione, già ridotta dalla parte di calcolo contributivo, facendogli pagare una assurda penale, una sorta di “obolo” alla stessa Fornero. E stiamo parlando di un lordo intorno ai 1.200 euro, che al netto non arrivano a 900”.
“Quanto poi – conclude il Segretario – alle pur legittime preoccupazioni per i futuri pensionati del 2056, la cui vita lavorativa sarà costellata da numerosi periodi di interruzione e le cui pensioni saranno calcolate con il solo sistema contributivo, aggiungiamo l’altrettanto legittima preoccupazione per i lavoratori attualmente “in mezzo al guado”, che raggiungeranno l’età pensionabile ben prima del 2056 e che sono alle prese con una disoccupazione che morde, una crescita asfittica, salari bloccati e risorse insufficienti per una decorosa previdenza complementare. Onestà intellettuale ci impone di affrontare fin da subito i problemi avendo il coraggio di dire la verità – su assistenza/previdenza, su evasione/fisco, su lavoro nero/corruzione – e di costruire solo su di essa strategie credibili per un percorso di lavoro e di welfare per i giovani attuali e futuri”.