Damiano non molla: Puntiamo a flessibilità da 62 anni e misure per Precoci, Esodati e Donne
“Per superare la crisi della politica e la distanza che la separa sempre più dai cittadini, bisogna occuparsi di problemi reali e farlo bene. Il tema delle pensioni è molto popolare: lo dimostra la petizione online promossa da “Progressi” sulla flessibilità previdenziale (Damiano-Gnecchi) che ha raccolto in pochi giorni oltre 25mila firme”. Così Cesare Damiano, presidente della Commissione Lavoro alla Camera.
“Le proposte dei parlamentari del Pd dellaCommissione Lavoro della Camera sulla flessibilita’ delle pensioni – continua Damiano – sono chiare, non pasticciate e depositate gia’ dalla scorsa legislatura. Siamo anche in grado di dimostrare a Renzi che sono a costo zero e che anticipando la pensione di 4 anni (con 35 di contributi e l’8% di penalizzazione e la quota 41 per i lavoratori precoci), si possono, con il turnover, aprire le porte delle aziende ai giovani.
Su questo argomento – prosegue – che influenza molto l’orientamento degli elettori, non bisogna fare annunci avventati o proposte che non colgono l’obiettivo. Il Premier Renzi è uscito finalmente allo scoperto, anche grazie alla pressione esercitata dal Parlamento, dai sindacati e dai cittadini.
È positivo – spiega Damiano – il fatto che venga confermato che il tema verrà affrontato nella prossima legge di Stabilità, ma la proposta annunciata, l’APE, che aspettiamo di leggere nero su bianco, pare del tutto insufficiente. Per ora ricorda Damiano non c’è alcun testo ufficiale e quindi le dichiarazioni rese vanno prese con le dovuto precauzioni. La misura di flessibilità deve essere strutturale e non limitata ad alcune platee anagrafiche di lavoratori (i nati dal ’51 al ’53, come ha detto Renzi); deve essere l’anticipo (noi diciamo fino a 4 anni e non sino a tre anni come indica il progetto del Governo), con una penalizzazione accettabile, dell’assegno pensionistico e non un prestito; l’ente erogatore deve essere dunque l’Inpse non una banca.
Infine, non vanno dimenticati gli altri problemi previdenziali, alcuni dei quali causati da veri e propri errori della politica: lavoratori precoci, ottava salvaguardia, opzione donna, ricongiunzioni, lavori usuranti e indicizzazione.
L’ex Ministro del Lavoro ricorda infine che con la legge di Stabilita’ sono stati salvaguardati altri esodati ed è stata prorogata di un anno l’opzione donna in favore di altre 36.000 lavoratrici. Tuttavia il capitolo relativo al tema degli esodati non si è tuttavia ancora chiuso in quanto restano da tutelare ancora altri 20mila lavoratori che, con le vecchie regole, avrebbero maturato i requisiti entro il 2018”.