Damiano: Flessibilità pagata da Inps non da banche, anticipo di 4 anni non 3, con inclusione dei precoci
“È positivo che il governo abbia inserito nella sua agenda il tema della flessibilità sulle pensioni, noi ci stiamo battendo dal lontano 2013 con le nostre proposte per ottenere questo obiettivo. Vogliamo vedere qual è la proposta concreta dell’esecutivo visto che per il momento è oggetto solo di interviste e di comunicati di natura giornalistica”.
“La nuova intervista a ‘La Stampa’ del sottosegretario Nannicini sulle pensioni, chiarisce ulteriormente le intenzioni del Governo. In ogni caso, capiremo meglio quando avremo un documento scritto. Intanto c’è da segnalare il coinvolgimento, del tutto nuovo per questo Governo, delle parti sociali e la volontà di ascoltarne le ragioni per poterle, in alcuni casi, condividere. Chiediamo lo stesso anche per il Parlamento”.
“Quello che ci interessa dire subito – prosegue – è che ‘l’ufficiale pagatore’ delle pensioni flessibili deve essere l’Inps e non una banca e che gli anni di anticipo, se vogliamo cogliere le classi di età a cavallo tra i 62 ed i 63 anni, devono essere almeno 4 e non 3 come propone il Governo.
È giusto che le penalizzazioni siano più basse o inesistenti per chi prende meno, ma almeno fino ai 2.000 euro mensili non si può superare il 2% che noi abbiamo indicato nella nostra proposta di legge. Infine, non vanno esclusi dall’anticipo i lavoratori precoci”, conclude.