Con 50mila firme Damiano e Gnecchi chiedono subito misure per Precoci, Usuranti, Esodati e Donne

“Si tratta di un importante elemento di democrazia e di partecipazione e di un felice incontro tra azione parlamentare e mobilitazione dal basso – hanno affermato – Questa iniziativa chiede al Governo di accelerare il confronto con il sindacato e il Parlamento al fine di correggere l’attuale sistema previdenziale”.Così Cesare Damiano e Maria Luisa Gnecchi, presidente e capogruppo Pd della commissione Lavoro alla Camera a margine di una conferenza stampa.

“Lo slogan che è stato utilizzato, ‘Agli anziani la pensione, ai giovani il lavoro’, sintetizza il senso di una iniziativa che vuole favorire il ricambio generazionale nei luoghi di lavoro attraverso il turnover e l’accesso alla pensione, in particolare ai lavoratori precoci, ai lavoratori invalidi, a chi è rimasto disoccupato in tarda età o ha svolto per tutta la vita attività particolarmente faticose e usuranti”.

“Ora – dicono Giovanni Battafarano, segretario generale di Lavoro&Welfare e Vittorio Longhi, direttore di Progressi – scriveremo al presidente del Consiglio Matteo Renzi, al presidente del Senato Pietro Grasso e alla presidente della Camera Laura Boldrini per chiedere loro un incontro e per la consegna delle firme”.

“Non è vero che l’iniziativa parlamentare non produce risultati. Se non ci fossimo stati noi non ci sarebbero state le sette salvaguardie degli esodati: grazie a noi 100mila persone hanno la pensione in tasca, a cui si aggiungono 25mila che la avranno e che hanno ricevuto la lettera. Ne mancano altri 25-30mila – ha aggiunto Damiano – per cui io e l’onorevole Marialuisa Gnecchi abbiamo depositato la proposta di legge per l’ottava salvaguardia. Questa battaglia, iniziata tre anni fa, all’indomani dell’approvazione della riforma Fornero, non può essere dimenticata”.

 Parlando poi della proposta del governo, la cosiddetta “Ape”, Damiano ha sottolineato che “secondo me si può arrivare a quattro anni di anticipo” e “il primo punto a cui guardare sono i disoccupati di lungo periodo”. Il presidente della Commissione Lavoro della Camera ha quindi ricordato di far parte di una “minoranza combattiva” all’interno del Pd. “Siamo assolutamente convinti – ha sottolineato la capogruppo Pd in commissione Lavoro, Gnecchi – che i 41 anni di contributi siano un bagaglio sufficiente per andare in pensione. Non diamo ancora un giudizio sull’Ape perché non abbiamo visto nemmeno un pezzo di carta, ma siamo contenti che siano ripresi gli incontri con i sindacati”.

Fonte: Pensionitoday

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