Pensioni: Chi sono Giuliano Poletti e Pier Carlo Padoan.

Habemus governo!

Il totoministri ha fallito e Renzi ha sorpreso tutti almeno per quanto riguarda la nomina del nuovo ministro del Lavoro. Vediamo in dettaglio chi sono i neoministri Poletti e Padoan.

Giuliano Poletti

Bolognese, 53 anni, sposato e padre di due figli, dal 2002 guida Legacoop e dal 2013 Adc, l’alleanza nata tra cooperative rosse e bianche alla testa della quale ha preso il posto di Luigi Marino, sbarcato lo scorso anno al Senato con Scelta Civica. Di quel mondo, non c’è dubbio, Poletti porterà in dote nelle stanze chiave dell’esecutivo un approccio differente, perché differente è la sua formazione: molta economia reale e pochi salotti buoni.

Ecco alcuni dei suoi pallini in tema di welfare:

Le tutele vanno accresciute a tutti i livelli, ma alcune delle attuali norme scoraggiano la crescita delle imprese più piccole e penalizzano quelle più grandi, finendo per non fare un favore ai dipendenti di nessuna delle due. In alcuni casi servirebbe più flessibilità, ma ciò non significa minori tutele, solo la possibilità di poterle estendere a tutti più gradualmente, per accompagnare crescita aziendale e individuale agevolandole, proprio come accade nelle coop”.

E ancora “Io credo che ora più che mai ci sia bisogno di cinghie di trasmissione forti tra cittadini, welfare, capitale e politica”.

Infine “Occorre un welfare più efficiente. L’orientamento delle amministrazioni di esternalizzare sempre più servizi, dagli asili all’assistenza medica passando per la copertura delle buche e la gestione delle utilities, si scontra con la richiesta sacrosanta che questi servizi restino a misura di cittadino. Stato ed enti locali dovrebbero creare le condizioni perché questo avvenga, sgravando se stessi da un compito che per lui si fa sempre più difficile e creando nel frattempo occupazione e reddito”.

Pier Carlo Padoan

Al contrario di Poletti, Padoan è l’ennesimo tecnico e l’ufficialità della sua nomina arriva nel giorno in cui, da capo-economista dell’Ocse, ha divulgato un report segnato da tratti che rasentano il catastrofismo:

La diffusa accelerazione nella produttività dall’inizio della crisi potrebbe presagire l’inizio di una nuova era di bassa crescita. Lo slancio dell’economia globale continua ad essere lento, aumentando la preoccupazione per cui vi sia stato un adattamento al ribasso strutturale dei tassi di crescita rispetto ai livelli pre-crisi. Queste preoccupazioni erano già prevalenti nei Paesi avanzati, ma ora comprendono anche le economie emergenti e sono alimentate da un alto tasso di disoccupazione e una bassa partecipazione al mercato del lavoro”.

Professore di Economia alla Sapienza di Roma, Padoan dal 1998 al 2001 è stato consulente economico per i premier Massimo D’Alema e Giuliano Amato. Già direttore della Fondazione dalemania Italianieuropei, membro della commissione nazionale per il progetto dei Ds e collaboratore dell’Unità, Padoan è sempre stato un fervido sostenitore della riduzione del debito pubblico e, soprattutto, delle tasse.

Lo dimostrò nel dicembre del 2009, quando in un’intervista, spiegò che “Per risanare i debiti contratti dai Paesi occidentali durante la crisi la diminuzione delle spese non basterà, quindi è inevitabile un aumento delle tasse […]Può essere pericoloso procedere con aggiustamenti fiscali di grande rilevanza solo attraverso tagli alla spesa, in alcuni casi occorrono anche aumenti delle imposte. Non si può fare tutto solo riducendo la spesa, si deve fare in qualche modo anche aumentando le imposte”.

Paul Krugman, premio Nobel per l’Economia, ne scrisse a riguardo: “Certe volte gli economisti che ricoprono incarichi ufficiali danno cattivi consigli; altre volte danno consigli ancor peggiori; altre volte ancora lavorano all’Ocse“.

Nel dicembre scorso Padoan “cambiò idea”: “Le tasse che danneggiano di meno la crescita sono quelle sulla proprietà, come l’Imu, mentre le tasse che, se abbassate, favoriscono di più la ripresa e l’occupazione sono quelle sul lavoro”.

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Entrambe le poltrone scottano e i tempi sono stretti, vedremo subito se questi due sapranno elevarsi all’altezza della situazione!

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