Pensioni: Uragano Madia e i suoi effetti!

L’annuncio della ministro Marianna Madia sui prossimi prepensionamenti nella pubblica amministrazione ha generato il panico negli uffici governativi, in particolare al ministero dell’Economia e agli enti contabili, dando anche una forte scossa nel dibattito politico riguardo alle pensioni in generale, e in dettaglio alle vicende di esodati, pensioni d’invalidità e indennità di accompagnamento!

Vediamo insieme cosa è successo in queste ultime ore trattando uno per uno gli argomenti caldi:

Esodati, parla la Lega Nord

Durante l’audizione in commissione Lavoro – dichiara il capo gruppo in commissione Lavoro di Montecitorio della Lega Nord, Massimiliano Fedriga – il ministro Giuliano Poletti ha dichiarato che sugli esodati il governo sta valutando, che non ci sono i soldi per gli ammortizzatori in deroga e che non si può fare il contratto unico del lavoro. Insomma – continua Fedriga – il ministro Poletti smentisce in tutto il presidente del Consiglio Renzi. Per gli esodati non hanno idea di cosa fare, per gli ammortizzatori in deroga non trovano un miliardo, nonostante il presidente del Consiglio Renzi parlasse di decine di miliardi a disposizione”.

Il deputato leghista critica anche il piano di Renzi sul contratto unico definendolo “una stupidaggine inattuabile. Se vogliono fare qualcosa di concreto – conclude il deputato leghista – aboliscano subito la riforma pensioni della Fornero”.

Pensioni di Invalidità e accompagnamento, parla il Ministro Poletti

Durante il question time alla Camera sulla riforma delle pensioni il ministro del Lavoro e delle Politiche sociali, Giuliano Poletti dichiara: “Al momento non vi sono ipotesi di modifica dei criteri di concessione. Eventuali decisioni in materia andranno rimesse alla collegiale valutazione del governo e non quindi del tecnico che ha predisposto la scheda di analisi ma che da questo punto di vista non produce esiti nel senso di una modifica della situazione”.

Prepensionamento Statali, parla Cesare Damiano

Le proposte di prepensionamento – afferma il presidente della commissione Lavoro della Camera – non possono valere soltanto per i lavoratori della pubblica amministrazione. Il tema del ringiovanimento dei lavoratori occupati si pone per tutti i settori. Non è un mistero per nessuno che la riforma Fornero, che ha bruscamente alzato a 67 anni l’età pensionabile, stia producendo nei fatti un blocco del turn over con la conseguente impossibilità per tanti giovani di entrare nel mondo del lavoro. Anticipare il pensionamento solo per i lavoratori statali creerebbe una forte disparità nei confronti dei lavoratori dei settori privati, a partire dai cosiddetti esodati, parte dei quali – ricorda Damiano – attende ancora una risposta nonostante le promesse fatte finora dal governo. Sarebbe opportuno che sul tema della previdenza ci fosse un maggior coordinamento nel governo per individuare soluzioni strutturali e uniformi”.

Sindacati

La segretaria generale della Cgil, Susanna Camusso, si dice “assolutamente serafica sul fatto che possiamo sfidare questo governo sulla riforma della pubblica amministrazione ma diciamo no a tagli lineari. Il problema non è quanti dipendenti pubblici si tagliano, perché se la si fa così, non si sta parlando della riforma della Pubblica amministrazione ma si sta parlando di un altro taglio lineare, del fatto che si può sul lavoro pubblico, come sulle pensioni trovare le risorse per tenere insieme un paese che continua a essere uguale a se stesso”.

Secondo Raffaele Bonanni, segretario generale della Cisl, la ministra Madia “farebbe bene umilmente ad adoperare il suo compito nell’interesse generale anziché delle chiacchiere generali”.

Siamo al ridicolo – ha commentato il segretario generale dell’Ugl Giovanni Centrella – si pretende dalle organizzazioni sindacali di collaborare con il governo senza invitarle ad un serio confronto sulla riforma dello Stato. E‘ chiaro che si tratta di un’operazione meramente elettorale”.

Infine per il segretario confederale della Uil Antonio Foccillole riforme della Pubblica amministrazione ogni volta che si sono proposte senza il coinvolgimento dei lavoratori e di chi li rappresenta, hanno raggiunto sempre l’obiettivo del fallimento”.

 

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Noi vorremo farvi riflettere su questo: La pensione anticipata, definita tecnicamente collocamento a disposizione (80% dello stipendio garantito per 24 mesi) per i dipendenti nella fascia tra 58 e 60 anni, significa, di fatto, derogare dai paletti della riforma Fornero. Come potranno essere pagati migliaia e migliaia di lavoratori nel pubblico impiego, se la Ragioneria dello stato dice no alla pensione di “soli” 4 mila lavoratori che ne avrebbero diritto (Quota 96 comparto scolastico)? E non potrebbe risultare, questa manovra, a creare dei nuovi esodati facendo finire migliaia di dipendenti nel limbo del “no stipendio no pensione” anche per 4 anni? E le casse dell’Inps? Non c’è il rischio reale di infliggere una mazzata definitiva all’ente con il ritiro anticipato di nuovi statali? Noi poniamo le domande, speriamo che chi di dovere, risponda!

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