Pensioni: La solita minestra?

Adesso che le europee si trovano alle spalle e il PD con Renzi ha confermato la fiducia del popolo, le condizioni sembrano favorevoli per apportare i cambiamenti di cui tanto si è parlato nei mesi scorsi.

Ad attendere la possibilità delle pensioni anticipate ci sono diverse categorie di lavoratori, tra cui i precoci e usuranti che non ce la fanno ad arrivare a maturare i requisiti, richiesti dalla rigida legge Fornero. Ma si attendono novità importanti anche per le donne.

Vediamo insieme le “novità”:

Oltre all’ormai consueto intervento di Damiano (ne parleremo in un attimo), tengono in particolare banco le dichiarazioni di Poletti, che a breve dovrebbe convocare il secondo meeting del tavolo tecnico composto da INPS, MEF e Commissioni Lavoro per risolvere la questione esodati.

Infatti, durante un incontro elettorale tenutosi a Porcia il ministro del lavoro aveva ribadito per l’ennesima volta l’urgenza di risolvere il problema degli esodati: “Abbiamo ancora gruppi di cittadini che sono rimasti incastrati e la nostra attenzione è di lavorare ad una soluzione strutturale. I precedenti interventi volti a permettere piccole salvaguardie hanno agito come “pezze”, tuttavia se facciamo un po’ di somme alla fine scopriamo che le toppe che abbiamo messo ci sono costate più dell’intervento strutturale e hanno lasciato la gente per aria per tutta la vita”.

Invece, Cesare Damiano ha voluto stavolta parlare di quota 96 della scuola: “Con il Presidente della Commissione Bilancio della Camera, Francesco Boccia, abbiamo inviato nei giorni scorsi una lettera al Premier Matteo Renzi ed ai ministri competenti per sollevare, per l’ennesima volta, il problema di quota 96 degli insegnanti. Abbiamo ricordato l’errore commesso dall’allora ministro Fornero che confuse l’anno solare con quello scolastico, impedendo a molti insegnanti di poter andare in pensione. In successivi interventi – ha proseguito l’ex ministro del Welfare – le Commissioni Lavoro e Bilancio della Camera hanno quantificato il numero di lavoratori interessati: si tratta di circa 4.000 persone che potrebbero lasciare il loro impiego ad altrettanti giovani insegnanti. Si tratterebbe di una operazione tutta a saldo positivo. Il tempo stringe se si vuole risolvere il problema, evitando di perdere un altro anno. Anche la copertura finanziaria è stata quantificata: si tratta di circa 400 milioni di euro totali distribuiti nell’arco di alcuni anni. Una cifra a portata di mano per la copertura della quale invitiamo il Governo a dare una risposta tempestiva. Siamo sicuri che il Presidente del Consiglio sia fortemente sensibile al problema e che ci aiuterà a risolverlo”.

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A noi sembra di essere alle solite; parole parole ma di fatti ancora niente, speriamo che il governo partendo dal 13 giugno ci provi bugiardi.

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