Pensioni: Sindacati contro governo Renzi.
Solo la scorsa settimana, il ministro dell’Economia Padoan ha espresso la sua contrarietà alle ipotesi di abbassamento dei requisiti pensionistici rispetto a quelli oggi in vigore, parlando, addirittura, di un eventuale aumento, nuovo, dell’età pensionabile, dichiarazione che, come immaginabile, ha scatenato non poche polemiche nonché diversi timori in lavoratori e pensionandi.
Cesare Damiano è stato il primo a reagire alle parole del ministro Padoan: “Il ministro sbaglia, l’età pensionabile va diminuita non aumentata […] La riforma Fornero ha già dimostrato la sua inadeguatezza data la fissazione dell’età pensionabile a 67 anni”.
Per fortuna anche il ministro del Lavoro Giuliano Poletti si è affrettato ad assicurare che non sarà aumentata nuovamente l’età della pensione. E ha garantito: “Il governo Renzi non ha in previsione di cambiare l’età pensionabile, né innalzandola né abbassandola, rimane quella che è. Dobbiamo ora lavorare per trovare delle vie di equità, partendo da quelle persone che sono fuori dal mercato del lavoro e con gli ammortizzatori non arrivano alla pensione. A questi dobbiamo trovare una risposta”.
Ieri al coro si sono aggiunti anche i sindacati, gia sul piede di guerra (per così dire) a causa dell’esclusione dei pensionati dal bonus di 80 euro al mese. I tre maggiori sindacati, Cgil, Cisl e Uil sono intenzionati a fare al governo Renzi proposte comuni, ma ancora devono decidere su cosa puntare maggiormente; la proposta di Damiano per una flessibilità in uscita piace ma difficilmente sarà a costo zero, il prestito pensionistico dall’altro canto può diventare una soluzione fattibile se tutti si mettessero d’accordo, anche se ai lavoratori non piace come idea…
Queste le parole di Susanna Camusso, leader della Cgil: “Ho letto che il ministro crede che non si debba parlare del tema delle pensioni ma temo che gli daremo qualche amarezza nel prossimo periodo perché penso proprio che di pensioni si debba parlare invece”.
Il guanto è stato lanciato.