Damiano: No a guerra tra poveri

“Anche il Viceministro Morando conferma – afferma Damiano-: le proposte sulle pensioni non fanno saltare i conti pubblici. Questo ci rasserena, dopo le preoccupanti dichiarazioni di Zanetti di ieri che pretendevano di dettare le priorità di spesa mettendo all’ultimo ed eventuale posto la previdenza. È evidente che il Governo la pensa diversamente. Altrettanto sbagliato è mettere in concorrenza il rinnovo

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Damiano: D’accordo con Nencini e contro Zanetti, pensioni sono priorità

“Sono d’accordo con Nencini: la rivalutazione delle pensioni minime deve essere una priorità per il Governo. Sono contrario, invece, alle affermazioni di Zanetti che corrono il rischio di innescare una guerra per le risorse e un conflitto politico e sociale dagli esiti imprevedibili. Se la questione pensionistica non fosse più, insieme a lavoro e povertà, in cima ai pensieri del

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Damiano: Ecco gli interventi a Costo Zero oppure già Finanziati che vanno assolutamente inclusi nella Legge di Bilancio

Damiano in un’intervista concessa all’Unità evidenzia che: “Con l’anticipo di 3 anni e 7 mesi dell’uscita dal lavoro si può generare un turn over che favorisce l’occupazione  dei giovani. In secondo luogo, come ha annunciato Nannicini, la fase 2 del confronto con i sindacati dovrebbe affrontare il tema della revisione del sistema contributivo che riguarda esclusivamente i più giovani ­

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Damiano: Per Esodati, Donne e Usuranti le risorse ci sono

“Un fantasma si aggira per l’Italia: quello della bassa crescita. L’ISTAT prevede un risicato +0,6% per il 2016. La conseguenza che tutti paventano è una riduzione di risorse per la legge di Bilancio. Questo renderà più cruenta la lotta per la loro destinazione”. Così Cesare Damiano, Presidente della Commissione Lavoro alla Camera. “Per quanto riguarda le pensioni – prosegue –

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Damiano preoccupato: Crescita rallenta, bisogna concentrarsi su agenda sociale

“Invece di litigare su Referendum, Italicum e sul ‘papa straniero’ che dovrebbe sfidare Renzi al congresso (Roberto Speranza o Bianca Berlinguer?), sarebbe meglio farlo sulla Agenda sociale. Bisogna mettersi in testa che la priorità, politica e temporale, è, oggi, sui temi del lavoro, della povertà e delle pensioni. I cittadini si aspettano soprattutto queste risposte. Gli ultimi dati dell’ISTAT ci

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Damiano ammonisce: Servono almeno 2 mld in Legge Bilancio

“Si e’ accesa una grande discussione sul costo dell’intervento sulle pensioni da inserire nella legge di Bilancio. Il Governo, con Nannicini e Poletti, ha parlato di 1,5 miliardi di euro. Secondo alcune ricostruzioni giornalistiche si arriverebbe vicino ai 4 miliardi sommando tutti gli interventi previsti, compresi quelli annunciati da Renzi: flessibilità, ricongiunzioni, quattordicesima, ecc. Come sempre, la verità sta quasi

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Damiano mette in guardia Renzi: La questione sociale condiziona le scelte politiche dei cittadini

“Agosto, pur essendo dedicato alle ferie, è sempre politicamente movimentato e imprevedibile. Al punto tale che Renzi ha fatto autocritica per eccesso di personalizzazione del Referendum: una presa di coscienza che non guasta. Ha anche aggiunto che i 500 milioni che saranno risparmiati con la riforma verranno devoluti per la lotta alla povertà: approviamo, anche perché non avevamo condiviso l’eliminazione

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Damiano: Se solo si affrontasse la questione con la stessa enfasi che si riserva per il Referendum…

“Se solo una parte della passione e dell’enfasi che la politica mette su Referendum costituzionale, Italicum e data della consultazione fosse dirottata sulla questione sociale, avremmo la certezza di poter risolvere qualche ingiustizia in più e di avere qualche povero in meno. Nessuno mette in discussione il valore della riforma della Costituzione e del suo legame con la legge elettorale,

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Damiano: Dote Governo non basta; necessari almeno 2 mld in Legge di Bilancio

“Secondo alcune indiscrezioni giornalistiche il Governo vorrebbe stanziare, per il pacchetto pensioni, circa 1,5 miliardi di euro. La conclusione del confronto con il sindacato ci dirà dove verrà fissata definitivamente l’asticella delle risorse. Se la flessibilità consentirà di andare in pensione a partire dai 63 anni, vale a dire 3 anni e 7 mesi prima, e se le categorie più

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